Friday, June 18, 2010

Per una visione larga e fiduciosa della ragione umana

 
L'Osservatore Romano, 17 giugno 2010
 
 

Per una visione larga e fiduciosa della ragione umana


La seconda udienza generale dedicata a san Tommaso d'Aquino

Tra fede e ragione non c'è separazione ma "reciproca e vantaggiosa collaborazione". Lo ha affermato il Papa all'udienza generale di mercoledì 16 giugno, in piazza San Pietro, parlando del metodo teologico e filosofico di san Tommaso d'Aquino.


Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei continuare la presentazione di san Tommaso d'Aquino, un teologo di tale valore che lo studio del suo pensiero è stato esplicitamente raccomandato dal Concilio Vaticano ii in due documenti, il decreto Optatam totius, sulla formazione al sacerdozio, e la dichiarazione Gravissimum educationis, che tratta dell'educazione cristiana. Del resto, già nel 1880 il Papa Leone XIii, suo grande estimatore e promotore di studi tomistici, volle dichiarare san Tommaso Patrono delle Scuole e delle Università Cattoliche.

Il motivo principale di questo apprezzamento risiede non solo nel contenuto del suo insegnamento, ma anche nel metodo da lui adottato, soprattutto la sua nuova sintesi e distinzione tra filosofia e teologia. I Padri della Chiesa si trovavano confrontati con diverse filosofie di tipo platonico, nelle quali si presentava una visione completa del mondo e della vita, includendo la questione di Dio e della religione. Nel confronto con queste filosofie, loro stessi avevano elaborato una visione completa della realtà, partendo dalla fede e usando elementi del platonismo, per rispondere alle questioni essenziali degli uomini. Questa visione, basata sulla rivelazione biblica ed elaborata con un platonismo corretto alla luce della fede, essi la chiamavano la "filosofia nostra". ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore)Romano

Il mare non è un cristallo che puoi tenere in tasca

 
L'Osservatore Romano, 18 giugno 2010

Il mare non è un cristallo che puoi tenere in tasca

Verità, libertà e modernità

È in libreria il volume curato da Ireneus Wojciech Kornzeniowski Per una ermeneutica veritativa (Roma, Città Nuova, 2010, pagine 440, euro 30) che raccoglie una serie di studi dedicati all'opera filosofica di Gaspare Mura. Pubblichiamo ampi stralci della Premessa al libro scritta dall'arcivescovo presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.


di Gianfranco Ravasi

Vorremmo con libertà gettare uno sguardo su quella parola che è centrale nel sistema filosofico di Gaspare Mura, ossia la verità. Lo facciamo evocando soprattutto gli appelli degli ultimi due Pontefici, Giovanni Paolo ii e Benedetto XVI, ma tenendo conto proprio di quella piazza ove s'affolla la gente comune che, senza conoscere Protagora, ne ripete esistenzialmente l'asserto secondo il quale "l'uomo è la misura di tutte le cose" in un senso molto spiccio e immediato:  non c'è una verità assoluta che ci precede, ma è il singolo o il gruppo a determinarla nelle situazioni concrete e mutevoli e secondo gli interessi o i vantaggi contingenti. È quello che potremmo classificare come "soggettivismo" o, per usare un termine caro a Benedetto XVI, come "relativismo".

L'impostazione classica del rapporto con la verità è, però, stata molto differente. La potremmo formulare - mantenendoci sempre in questo livello destinato alla folla dell'agorà quotidiana - con un aforisma dei Minima moralia (1951) di Adorno:  "La verità non la si "ha", ma vi si "è", come per la felicità". Già nell'Uomo senza qualità (1930-43) Robert Musil affermava:  "La verità non è un cristallo che si può mettere in tasca, bensì un mare sconfinato in cui ci si immerge". Il vero è visto, dunque, come un primum assoluto che ci precede e verso il quale la ricerca dell'uomo tende. La ragione ha intrinsecamente bisogno di questo nutrimento per il suo stesso esercizio, come in modo altamente simbolico ricordava il Fedro platonico:  "Il motivo per cui le anime mettono tanto impegno per poter vedere la Pianura della Verità è questo:  il nutrimento adatto alla parte migliore dell'anima proviene dal prato che è là e la natura dell'ala con cui l'anima può volare si nutre proprio di questo" (248 b-c).

Nella concezione filosofica greca ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)