Sunday, November 15, 2009

Astronomia e fede nell'anno internazionale dell'Astronomia


Pochi giorni prima della settimana di studi dedicata all'astrobiologia, P. José Gabriel Funes ha tenuto la Lectio inauguralis del Master in Scienza e Fede dell'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, nell'ambito del corso "Scienza e religione", diretto da Don Paul Haffner (cf. Newsletter 119).

Nella prima parte della conferenza, dedicata ai dati scientifici, il Direttore della Specola Vaticana ha parlato della formazione stelle e dei pianeti, delle galassie e dell'Universo; ha spiegato le caratteristiche dei corpi celesti, ma anche il lavoro dell'astronomo, e la necessità per lo scienziato di "meravigliarsi", seguendo ciò che scriveva Newton:

"Io mi vedo come un fanciullo che gioca sulla riva del mare, e di tanto in tanto si diverte a scoprire un ciottolo più levigato o una conchiglia più bella del consueto, mentre davanti a me si stende inesplorato l'immenso oceano della verità"

Un oceano che non si può solamente analizzare e quantificare, ma al quale è anche necessario "dare un senso", perché "nella nostra relazione con il mondo", ci muoviamo sempre su due linee di ricerca: "la ricerca di intellegibilità e la ricerca di significato".

La prima, spiega P. Funes è "ricerca della migliore spiegazione", ovvero "ricerca scientifica".

La seconda è "ricerca di significato dell'esistenza umana", ed è la "ricerca esistenziale, o filosofica".

Perché se la scienza può dirci che il Big Bang "è la migliore spiegazione possibile, dal momento che dimostra i dati scientifici in modo semplice",  ... leggi tutto, SRM

Astrobiologia, scienza e fede s'incontrano


da Avvenire, 11 novembre 2009


Astrobiologia, scienza e fede s'incontrano

Chiusa la settimana della Specola Vaticana sulla vita extraterrestre: per ora solo un'ipotesi, ma ricca di suggestioni.

di Fabrizio Mastrofini
Negli ultimi 15 anni sono stati scoperti 400 piane­ti al di fuori del sistema solare ed ha avuto un enorme svi­luppo l'astrobiologia, settore del­la ricerca astronomica che si oc­cupa delle condizioni che rendo­no possibile la vita, sulla Terra ed al di fuori di essa. Sono questi i te­mi al centro della settimana di studio organizzata dalla Pontifi­cia accademia delle Scienze, che si è chiusa ieri con una confe­renza stampa nella Sala Stampa vaticana. Padre José Funes, ge­suita, direttore della Specola Va­ticana,  ... leggi tutto, SRM (cortesia Avvenire)

Astrobiologia, nuova sfida per i teologi


da Avvenire, 7 novembre 2009


Astrobiologia, nuova sfida per teologi


di Gianni Cardinale


Parla padre José Funes, direttore della Specola Vaticana: «Come escludere che vi sia vita, e vita intelligente, nel cosmo?»
«Gli scienziati dovrebbero informarsi su cosa è la Chiesa e su cosa dice la Bibbia: molti hanno idee primitive e pensano di avere di fronte la Chiesa di alcuni secoli fa»
È un tema che fa venire le vertigini, quello della possibilità della vita, e della vita intelligente, al di fuori di quella presente nel nostro pianeta. Ma la Chiesa non ha paura di affrontarlo. E lo fa ai massimi livelli. In Vaticano, riunendo i massimi esperti del campo. Merito della Specola Vaticana, guidata dal padre gesuita José Gabriel Funes, argentino, che ne è il direttore.
 
Padre Funes, perché affrontate una disciplina così particolare come l'astrobiologia?

 «L'iniziativa nasce all'interno dell'Anno dell'astronomia. E il tema dell'astrobiologia ci è sembrato particolarmente adatto per la Pontificia accademia, perché richiede la partecipazione di diverse discipline scientifiche: astronomia, biologia, geologia, fisica. Senza contare poi che il tema della ricerca di forme di vita nell'universo è appassionante...».

Si tratteranno solo gli aspetti scientifici del problema o si toccheranno anche le eventuali implicazioni filosofiche e teologiche?

«Certamente queste implicazioni ci sono. Ma in questo convegno sono stati invitati solo scienziati. In futuro se ne potrebbe pensare ad un altro invitando invece filosofi e teologi».

Immaginare la vita intelligente al di fuori del nostro pianeta provoca una vertigine e, a un credente, pone delle domande serie anche su questioni di fede. Lei si è posto questo tipo di domande?

«Più che pormele, mi vengono fatte».

E che risposte dà?

«Qui siamo nel campo delle ipotesi.  ... leggi tutto, SRM  (cortesia Avvenire)

Alleniamoci alle domande fondamentali

da L'Osservatore Romano,  12 novembre 2009


Alleniamoci alle domande fondamentali


di Mauro Piacenza, Arcivescovo titolare di Vittoriana, Segretario della Congregazione per il Clero

"Fede e ragione, in reciproco dialogo, vibrano di gioia quando sono entrambe animate dalla ricerca dell'intima unione con Dio - scrive il servo di Dio Giovanni Paolo II nell'incipit dell'enciclica Fides et ratio - Quando l'amore vivifica la dimensione orante della teologia, la conoscenza, acquisita dalla ragione, si allarga. La verità è ricercata con umiltà, accolta con stupore e gratitudine:  in una parola, la conoscenza cresce solo se ama la verità. L'amore diventa intelligenza e la teologia autentica sapienza del cuore, che orienta e sostiene la fede e la vita dei credenti".

La Fides et ratio - è bene ricordarlo sempre - rappresenta uno dei momenti "alti" del magistero del servo di Dio Giovanni Paolo II e della Chiesa tutta. In un tornante storico che pare aver smarrito la limpidezza del giudizio circa la capacità stessa dell'uomo di conoscere il reale, di giungere alla verità, conformando la propria esistenza alla verità incontrata e conosciuta, il Pontefice, di venerata memoria, richiamava con vigore la Chiesa tutta, e con essa l'umanità, a un vibrato recupero delle reali potenzialità della ragione umana, creata da Dio e, comunque, capace di relazionarsi con la realtà, conoscendola davvero.

Il problema fondamentale, posto con vigore dall'enciclica, e per necessaria conseguenza di enorme rilevanza nella formazione iniziale e permanente del Clero, è quello della Verità.  
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La falsa modestia della filosofia contemporanea

da L'Osservatore Romano,  12 novembre 2009


Un convegno alla Pontificia Università Urbaniana a conclusione del decennale dell'enciclica «Fides et ratio»



La falsa modestia della filosofia contemporanea



Mercoledì 11 novembre, presso la Pontificia Università Urbaniana, si è svolto il convegno "Fede, ragione e missione":  un confronto tra studiosi sulla recezione dell'enciclica di Giovanni Paolo II Fides et ratio. Pubblichiamo due estratti delle relazioni magistrali che hanno aperto le sessioni mattutina e pomeridiana dei lavori.

di Luis Francisco Ladaria Ferrer, Arcivescovo titolare di Tibica, Segretario della Congregazione
per la Dottrina della Fede

Molteplici sono le risorse che l'uomo possiede per promuovere il progresso nella conoscenza della verità, così da rendere la propria esistenza sempre più umana. Tra queste emerge la filosofia che contribuisce direttamente a porre la domanda circa il senso della vita e ad abbozzarne la risposta:  essa, pertanto, si configura come uno dei compiti più nobili dell'umanità.

Nell'introduzione dell'enciclica Giovanni Paolo II ribadisce:  "Riaffermando la verità della fede possiamo ridare all'uomo del nostro tempo genuina fiducia nelle sue capacità conoscitive e offrire alla filosofia una provocazione perché possa recuperare e sviluppare la sua piena dignità" (Fides et ratio, 6).


Risulta chiaro dunque che quando nell'enciclica si parla della ragione umana si pensa specialmente alla filosofia. È evidente che le capacità conoscitive dell'uomo e della sua ragione non si riducono a quest'ultima, ma in un certo senso queste capacità raggiungono nella filosofia il loro vertice
... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)