Tuesday, October 06, 2009

Una rivoluzione verde per l'Africa

Da  L'Osservatore Romano,   25 settembre 2009


I cattolici e le nuove tecnologie nell'agricoltura


Una rivoluzione verde per l'Africa

Una giornata di studio su nuove tecnologie e sviluppo agricolo nel continente africano è stata promossa dal Pontificio ateneo Regina Apostolorum in vista della prossima assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per l'Africa. L'incontro, dal titolo "Per una rivoluzione verde dell'Africa. Lo sviluppo è il nuovo nome della pace", si è svolto nella mattina di giovedì 24. Pubblichiamo ampi stralci dell'intervento dell'arcivescovo-vescovo di Trieste già segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

di Giampaolo Crepaldi

Non è competenza della Chiesa e della sua dottrina sociale intervenire sulle problematiche di natura strettamente tecnica riguardanti le varie attività connesse con il mondo agricolo. Tuttavia, tali problematiche, essendo collegate con la vita delle persone e dei popoli, presentano una serie d'implicazioni di carattere etico, sul piano culturale e sociale, sulle quali la Chiesa avverte il dovere d'offrire i suoi principi, i suoi criteri di giudizio e le sue preziose indicazioni per realizzare sempre il bene comune e lo sviluppo di tutto l'uomo e di tutti gli uomini come richiesto dalla Populorum progressio di Paolo VI e recentemente ribadito dall'enciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI.  ... leggi tutto, SRM (cortesia L'Osservatore Romano)

Il rapporto tra Pavel Florenskji e la natura

Intervista ad Adriano Dell'Asta – 2
 
Pubblichiamo la seconda parte dell'intervista/colloquio di Paolo Centofanti con il Prof. Adriano Dell'Asta, Vicepresidente della Fondazione Russia Cristiana, docente di Letteratura Russa all'Università Cattolica di Milano, e tra i curatori della Mostra Nulla va Perduto, dedicata alla figura di Pavel Florenskji, uomo di fede e di scienza, ucciso nel 1933 dopo anni di persecuzioni.
 
Per Florenskji, sacerdote e filosofo, "ogni cosa creata per lui" diventa "un reinvio a qualcos'altro di più grande". La natura "ci parla", e "le cose create" hanno grande valore, "hanno preziosità [...], perché ci rimandano all'Eterno".
 
Ricordando la propria infanzia, trascorsa in ambienti naturali di grande bellezza, Florenskji affermava: "la mia sensazione era che l'eternità fosse li con me".
 
Un modo di vedere il creato in "una concezione del mondo nello stesso tempo assolutamente realista, perché c'è coscienza che le cose non sono create da me, e nello stesso tempo fortemente simbolica: perché ogni realtà mi rimanda ad una realtà più alta".
 
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